PROTOCOLLO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
FISIATRICO-VASCOLARE NELLA DISTORSIONE DI CAVIGLIA
ASSOCIATA AD EDEMA NEGLI SPORTIVI


A. Fioroni °, A. Cavezzi *
° Dirigente Medico di 1° Livello Unità Operativa di RRF A.S.L. 12 San Benedetto del Tronto
* Servizio di Patologia Vascolare, Clinica "Stella Maris", San Benedetto del Tronto



Nell'ambito della traumatologia sportiva relativa ad attività come l'atletica leggera e la pallavolo, una delle più frequenti problematiche associate ad edema degli arti inferiori è rappresentata dalla distorsione di caviglia.
Il trauma è particolarmente frequente nei saltatori ( corsa con ostacoli, salto in lungo, salto in alto ecc.); solitamente l'atleta giunge alla attenzione del Medico Fisiatra dopo che in Pronto Soccorso, eseguite le radiografie standard, sono state escluse fratture ossee.
Nella grande maggioranza dei casi il trauma distorsivo avviene in inversione, con compromissione del compartimento legamentoso laterale.
Le distorsioni di caviglia vengono classificate in quattro diversi gradi (Lanzetta) in rapporto alla presenza di lesioni legamentose e della loro gravità:
0 - semplice distrazione legamentosa,
1 - lesione isolata del solo legamento peroneo-astragalico anteriore,
2 - lesione associata del peroneo-astragalico anteriore e del peroneo-calcaneale,
3 - rottura completa del legamento collaterale esterno.
Le distorsioni di grado 0 ed 1 generalmente vengono valutate clinicamente, dato che sovente per la presenza di edema e/o di ematomi una Ecografia (ECT)effettuata precocemente non riesce ad evidenziare con precisione lesioni legamentose; in questi casi si è soliti realizzare in prima battuta un bendaggio funzionale. Questo presidio compressivo, nel mentre permette di tutelare e mettere a riposo il legamento in maniera selettiva, rispetto al resto delle articolazioni del piede, contestualmente consente il carico mantenendo la funzione della pompa muscolo-vascolare del gastrocnemio e quella plantare; il bendaggio funzionale, se realizzato con particolari accorgimenti (bendaggio "di base" ed applicazione di cuscinetti di schiuma di poliuretano, opportunamente sagomati), facilita per compressione diretta anche il riassorbimento degli edemi perimalleolari e degli ematomi.
Mediamente il bendaggio funzionale viene mantenuto per 7 - 10 giorni e durante questo periodo al paziente viene consigliato di sospendere gli allenamenti (per i primi due-tre giorni può essere utile applicare del ghiaccio per alcune ore durante la giornata); comunque l'atleta deve camminare sforzandosi di mantenere una deambulazione la più naturale e corretta possibile, essendo la zoppia talora non legata al dolore ed alla impotenza funzionale, ma semplicemente alla sensazione di avere un piede bendato.
Alla rimozione del bendaggio l'atleta viene rivalutato e, se necessario, a questo punto può essere consigliata l'esecuzione di una ECT ed eventualmente di un eco-color-doppler (ECD). L'esame ultrasonografico vascolare oltre a dover escludere eventuali processi trombotici, può fornire dati preziosi circa la componente flebo-linfostatica dell'edema e il suo stato di fibrosi; l'ECD può così orientare (e monitorare) l'eventuale trattamento fisico-riabilitativo volto al riassorbimento ed evacuazione della componente edematosa (solitamente ad elevata concetrazione proteica). Il protocollo vascolare, integrabile con quello fisiatrico secondo modalità e tempi vari, può prevedere il drenaggio linfatico manuale, la elastocompressione (vedi lo stesso bendaggio funzionale e/o elastocompressivo mono-multistrato), la pressoterapia sequenziale ad aria e presidi farmacologici flebolinfotropici anti-edemigeni (tipo cumarina).
Il bendaggio può essere sostituito in seconda battuta da una benda elastica tubolare, utile per un supporto propriocettivo più che per un sostegno meccanico, e può essere intrapreso il trattamento riabilitativo che prevede a seconda dei casi e delle disponibilità dei vari Centri una serie di possibilità qui di seguito elencate:
- terapia fisica: applicazioni di laserterapia, ionoforesi, ultrasuoni ad immersione;
- idrochinesiterapia,
- rieducazione motoria: mobilizzazione passiva ed attiva assistita; esercizi di rieducazione propriocettiva in carico (molto utile a questo scopo la piattaforma stabilometrica); esercizi di rinforzo muscolare isometrico, isotonico, isocinetico; training deambulatori e del passo.
Nel caso di distorsioni più gravi, come quelle di 2° e 3° grado, o in atleti con traumi distorsivi recidivanti, il bendaggio funzionale, controindicato in una prima fase, trova indicazioni in un tempo successivo, cioè alla riparazione chirurgica dei legamenti rotti e/o al termine dell'opportuno periodo di immobilizzazione rigida gessata. Ancor più in questi casi il conforto diagnostico mediante ECD può risultare indicato (vedi l'alta incidenza di TVP in chirurgia ortopedica).
Una precisa diagnosi, una tempestiva e corretta realizzazione del bendaggio (e delle metodiche complementari del caso), adattato alle varie situazioni traumatiche e di edema, un adeguato trattamento riabilitativo e vascolare costituiscono in definitiva le basi per un più rapido recupero funzionale dell'atleta e una risoluzione più completa del quadro edematoso.

Abstract I Congresso Interregionale Angiosport, Bologna Sett. 98


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