LA SCLEROTERAPIA DELLE TELEANGECTASIE: COSA C'E' DI NUOVO


A. Cavezzi


Le teleangectasie degli arti inferiori costituiscono un'entita' anatomo-clinica tuttora oggetto di studi scientifici, al fine di precisarne la fisiopatologia, per molti versi non adeguatamente conosciuta.
Se da un lato l'insufficienza venosa cronica (vuoi del sistema venoso profondo, vuoi di quello superficiale) costituisce il momento eziopatogenico della maggior parte di questi quadri antiestetici, dall'altro la gravidanza, la terapia con estro-progestinici, i traumi e molte altre cause (connettiviti, cortisonoterapie, ecc& ) comunque possono costituire gli unici o complementari fattori causali delle ectasie capillaro-venulari.
Il reflusso lungo le varici o le varicosita' puo' coinvolgere la rete più superficiale sottocutanea e dermica, ma l'ipertensione distrettuale alla base delle teleangectasie puo' essere frutto di un ostacolato drenaggio verso lo stesso circolo sottocutaneo, o safenico, o profondo sottofasciale.
Questi pochi richiami anatomo-fisiopatologici ci rendono ragione della complessita' della scleroterapia per le teleangectasie, non sempre foriera di successi duraturi.
Non è d'altronde ipotizzabile, allo stato attuale, una terapia alternativa valida, per cui il buon uso della terapia sclerosante, sempre guidata da un corretto approccio diagnostico (doppler almeno e/o eco-(color)-doppler), è in grado di risolvere in parte questi quadri patologici.
Si è soliti approcciare le varicosità minori a partire dalla varici reticolari, spessissimo connesse alle teleangectasie (e di esse vie di drenaggio e/o vene causali).
Eseguito un primo tempo scleroterapico sulle varici reticolari (che non deve essere mai eccessivo, per non depauperare troppo il drenaggio della rete venosa sottocutanea) mediante prodotti sclerosanti quali il polidocanolo a concentrazioni di 0,5 - 1 %, si passa al vero e proprio trattamento delle ectasie capillari.
Solitamente è preferibile ricorrere a sostanze come lo stesso polidocanolo (ATOSSISCLEROL ®) allo 0,25-0.30 % (almeno in prima istanza), al tetradecilsolfato di sodio (per es. FIBRO- VEIN ® , TROMBOVAR ®) 0,1-0,2 %, oppure a farmaci quali la glicerina cromica o il salicilato di sodio, questi ultimi non ufficialmente in commercio in Italia.
La tecnica sulle teleangectasie deve essere rigorosamente basata su multiple iniezioni di dosi ridottissime (poche gocce) di farmaco, mediante aghi 27G o 30G, evitando anche in questo caso di diffondere eccessivamente il liquido (classicamente non si dovrebbe superare un'area di oltre 2 cm di diametro).
Fra le ultime novita' in tema di scleroterapia delle teleangectasie va segnalato l'impatto della mousse (o schiuma) sclerosante , in grado di potenziare il potere lesivo sul vaso patologico (per motivi chimico-fisici), riducendo concentrazioni e dosi di farmaco utilizzato.
Mediante l'introduzione di mini-bolle di aria nella siringa (tecnica M.U.S. ® sec. Monfreux) è possibile ottenere una forma schiumosa dell'agente sclerosante detergente, apportando significativi benefici terapeutici.
Sono in corso dei protocolli internazionali per validare questa metodica mediante mousse sclerosante, precisandone indicazioni, possibilità ed eventuali effetti collaterali. Dopo circa 2 anni di pratica di scleroterapia mediante mousse sclerosante su assi safenici, varici recidive o varicosità minori, ci pare comunque di poter sottolineare vari aspetti interessanti della metodica M.U.S.: a) la maggior completezza ed estensione delle sclerosi, b) la sua maggiore rapidità, ma soprattutto c) la necessità di quantitativi minori di farmaco e d) il minor significato patogeno di qualsivoglia accidentale iniezione extravasale (sempre ovviamente da proscrivere nel modo più assoluto).
Quali tecniche complementari alla sclerosi, ricordiamo la compressione elastica, che può contribuire al risultato finale (idealmente la trasformazione fibrotica del vaso trattato), pur non essendo univoci i pareri in merito nella letteratura internazionale. Da ultimo l'utilizzo dei farmaci per via topica (ad azione spasmizzante, anti-flogistica e flebo-linfotropa) può comunque rientrare nella gestione del/la paziente, per ridurre gli inconvenienti legati a questa modalità terapeutica (pigmentazioni, veniti, capillariti, coaguli intravasali ecc.) .
La flebologia attuale e, soprattutto, quella del domani, non potrà che porre sempre maggior risalto alla valenza estetica di qualsivoglia trattamento per le malattie venose. La sclerosi delle teleangectasie e delle varici reticolari viene quindi inevitabilmente a costituire un capitolo importante nella pratica quotidiana flebologica, sempre e solo sulla base di una corretta formazione teorico-pratica ed un costante aggiornamento professionale.


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